"In un documento, di cui esiste copia notarile del 1682 presso l'Archivio della Corona d'Aragona, Salvatore Aymerich y de Çervellon, 2° conte di Villamar, rivolge una supplica al Sovrano perché voglia concedergli un brevetto d'ufficiale adeguato al suo rango. Il documento è privo di data ma è legittimo supporre che sia stato redatto tra il 1664 e il 16651. Il sovrano tardò 11 anni a rispondere e solo quando il rumore suscitato dall'affare Castelvì Camarassa si fu calmato concesse al conte, nel 1676, un sussidio in danaro poi, nel 1677 lo raccomandandò al conte di Monte Rey perché gli trovasse un posto d'ufficiale.
In quel documento Salvatore Aymerich elenca le benemerenze acquistate dagli Aymerich presso i re d'Aragona e di Spagna a cominciare dal 733 quando Berengario I° Aymerich andò alla conquista di Spagna al servizio di Sua Maestà. Con quell'affermazione il conte di Villamar intendeva sottolineare l'origine Gota degli Aymerich.
Il documento narra di come Berengario II partecipò alla conquista di Maiorca, nel 1114 e di come Bernardo Aymerich fece parte della scorta di Pietro III quando questi si recò a Tolone, nel 1295, per sostenere una tenzone con Carlo D'Angiò. Un altro Bernardo combatté in Sardegna nel 1353 al fianco di Pietro IV nella guerra contro il Giudice Mariano d'Arborea. Dopo altre benemerenze il conte di Villamar ricorda il privilegio reale del 22 giugno 1476 con il quale il re Giovanni II concesse a Giovanni Aymerich, che aveva combattuto in Cataloña e in Portogallo al servizio del re, perdendo in quella guerra il figlio Luigi, d'inserire nel proprio stemma le armi di Sicilia e d'Aragona.
Seguono le benemerenze degli Aymerich di Sardegna, a cominciare da Matteo Aymerich, nel 1370, per arrivare al 1664 e a ciò che Silvestro Aymerich, fratello del conte, fece per aiutare il Viceré Ludovisi nel reclutamento delle truppe."
Y discúlpanos los modos, Baal.